Trasformare le emozioni

Il primo passo nel lavoro con le emozioni è riconoscerle nel momento in cui affiorano.  La responsabile di questa operazione è la consapevolezza.  Nel caso della paura, ad esempio, si tratta di attivare la cosapevolezza, guardare la propria paura e riconoscerla come tale (paura di sbagliare, paura di mostrarsi come si è  per ...paura di non essere accettato, paura di essere abbandonato, paura di non piacere...)

La paura nasce da noi proprio come la consapevolezza. Sono entrambe dentro di noi e non sono in conflitto, ma l'una si prende cura dell'altra. 

Il secondo passo è diventare tutt'uno con l'emozione. E' meglio non dire: "Vattene, paura! Non mi piaci. Tu non sei me!" è molto più efficace dire: "Ciao Paura! Come va oggi?" Allora potrete invitare  due aspetti di voi: la consapevolezza e la paura a darsi un'amichevole stretta di mano e diventare una cosa sola. Può sembrare un'operazione pericolosa, ma poiché sapete di essere qualcosa di più della vostra paura, non c'è nulla da temere. Finché ci sarà la consapevolezza, sarà lei  tener d'occhio la paura. 

La pratica fondamentale è alimentare la consapevolezza con la respirazione cosciente, tenerla pronta, forte vitale. Anche se al principio potrà mancare di vigore, nutrendola diventerà più robusta. Finché c'è consapevolezza non c'è pericolo di affogare nella paura. 

IN REALTà COMINCI A TRASFORMARLA NEL PRECISO ISTANTE IN CUI DAI VITA ALLA CONSPEVOLEZZA DENTRO DI TE.

Il terzo passo è calmare l'emozione. Affidata la paura nelle mani esperte della consapevolezza, cominciate a calmarla: "Inspirndo, calmo l'attività del corpo e della mente". Calmate le emozioni con la vostra semplice presenza, come una madre che tiene in braccio il suo bambino che piange Avvertendo la tenerezza della madre, il bambino si calmerà e smetterà di piangere. La madre è la consapevolezza, nata dalle profondità  della vostra coscienza, pronta a prendersi cura della sensazione dolorosa.  Una madre che tiene in braccio il suo bambino è tutt'uno con lui. Se la madre pensa ad altro, il bambino non si calmerà. la madre deve lasciare da parte tutto il resto e dedicarsi completmente al bambino. Perciò non scansate la vostra emozione. Non dite: "Non conti niente, sei solo un'emozione!" Diventate una cosa sola. Potete dire: "Espirando calmo la mia paura"...

Esaminando a  fondo il vostro bambino capirete cos'è che lo fa piangere e, una volta che l'avrete capito saprete cosa fare e cosa non fare per trasformare l'emozione ed essere liberi....

... Le cause delle emozioni spesso si basano su percezioni distorte. Non appena ne comprendiamo le cause e la natura, le nostre emozioni cominciano a trasformarsi.

(Thich Nhat Hanh - "La Pace è ogni passo")