Gestire le Emozioni

------------------------Le emozioni negative

Le emozioni in sè stesse non sono negative, sono la vita! Formano la ricchezza della nostra esperienza. Il problema è che siamo dipendenti dalle nostre emozioni. La dipendenza non è tanto psicologica, quanto biochimica e ci fa rispondere automaticamente alle varie situazioni che ogni giorno si presentano nella nostra vita. 

Diventare consapevoli delle proprie reazioni e trasformare il nostro modo di reagire alle impressioni che ci arrivano dal mondo esterno ci permetterà di convivere con le nostre emozioni senza esserne dipendenti.

- Come si diventa dipendenti dalle proprie emozioni?

Quando iniziamo a smettere di rispondere alle varie situazioni con una reazione automatica di stimolo-risposta, e cominciamo invece ad osservare l’effetto che provoca la nostra reazione, allora non siamo più una persona meccanica ed emotiva perché diventiamo coscienti del nostro corpo e della nostra mente che non risponderanno più all’ambiente esterno in modo automatico. (Joe Dispenza)

Siamo stati spinti a credere che il mondo esterno sia più reale del mondo interiore, ma il nuovo modello di scienza dice proprio il contrario e sostiene che quello che succede dentro di noi crea ciò che accade al di fuori. Per come è cablato il nostro cervello rispondiamo a degli schemi che esistono già dentro di noi a causa del condizionamento. Non c’è un là-fuori indipendente da ciò che accade qui-dentro.

Il solo pensiero può cambiare completamente il corpo. 

--------------------------Come funzioniamo

La parte del cervello che si chiama ipotalamo, è come una piccola fabbrica dove vengono assemblate le sostanze chimiche corrispondenti  alle emozioni che proviamo. Queste sostanze chimiche si chiamano peptidi e sono piccole catene di aminoacidi. Il corpo in sostanza è un’unità di carbonio che produce proteine, produce circa 20 diversi aminoacidi per formulare la sua struttura fisica.  Nell’ipotalamo prendiamo le piccole catene proteiche chiamate peptidi  e le assembliamo in neuropeptidi  o neuro-ormoni, che corrispondono agli stati emotivi che esperimentiamo ogni giorno. Ci sono sostanze chimiche per la rabbia, per la tristezza, per il vittimismo e per la lussuria...

C’è una sostanza chimica per ogni stato emotivo. 

Quando proviamo un’emozione, nel nostro cervello l’ipotalamo assembla subito il peptide correlato e lo libera tramite l’ipofisi nel flusso sanguigno. Quando viene liberato nel flusso sanguigno, si dirige verso diverse parti del corpo, penetrando nelle cellule.

Ogni cellula è dotata di recettori, migliaia di recettori, che si aprono al mondo esterno. Quando un peptide si aggancia a una cellula è come una chiave che entra in una serratura. Si posiziona sul recettore, si aggancia  e muove il recettore. E’ come un campanello che suona: invia un segnale alla cellula. I recettori infatti servono a ricevere informazioni. Perciò un peptide che entra nella cellula tramite un recettore, cambia la cellula in molti modi, poiché mette in moto tutta una serie di eventi biochimici alcuni dei quali provocano dei cambiamenti nel nucleo stesso della cellula.

Le nostre emozioni spesso ci ingannano perché sono condizionate dalle nostre esperienze negative passate. E, data la meccanicità del processo stimolo-reazione, continuiamo a rispondere sempre con determinate emozioni a determinati eventi e - difficile a credersi! - ci procuriamo quegli eventi che possono scatenarci quelle emozioni in modo che i peptidi che si mettono in circolazione siano sempre gli stessi. Così si crea la dipendenza dall'emozione che li scatena, perché la cellula  "ha fame" di quel particolare peptide, cioè di quella particolare emozione.

Finchè siamo inconsapevoli crediamo che una determinata situazione ci "accada" per caso, mentre invece, man mano che aumenta la nostra consapevolezza, incominciamo a renderci conto che siamo noi stessi che ci mettiamo in situazioni tali che possano soddisfare i desideri biochimici delle cellule del nostro corpo, che rispondano cioè alle nostre esigenze chimiche. E così si crea la dipendenza. 

L’eroina usa gli stessi meccanismi usati dalle sostanze chimiche emotive per penetrare nei recettori cellulari. Se possiamo avere una dipendenza dall’eroina, possiamo avere una dipendenza da qualsiasi neuropeptide e quindi da qualsiasi emozione.

Chi ha una dipendenza avrà sempre bisogno di qualcosa che gli faccia ripetere una determinata emozione che scatenerà il rilascio di quelle sostanze chimiche da cui è dipendente. Se non sei in grado di controllare il tuo stato emotivo, allora ne sei dipendente e continuerai a rispondere alle varie situazioni sempre con le stesse emozioni in un circolo vizioso senza fine.

Ogni aspetto della digestione, ogni sfintere che si apre o si chiude, ogni gruppo di cellule che entra in noi per nutrirci  e poi si sposta per guarire qualcosa o riparare qualcosa  è tutto sotto l’influenza delle molecole di emozioni. 

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I concetti esposti in questo articolo sono tratti dal video che segue, che è fondamentale per comprendere la funzione delle emozioni in noi e come possiamo trasformare noi stessi consapevolizzando il nostro processo di risposta ai vari stimoli che continuamente sopraggiungono dal mondo esterno. 

m.m.

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