5. Guarigione
Che cos’è la malattia? E' uno stato di mal-essere non soltanto fisico. E’ una “spia” che si accende per avvisarci che qualcosa non va nel nostro attuale modo di vivere. Come la spia sul cruscotto di un’auto che si accende per avvisarci che l’acqua bolle in modo che possiamo provvedere a riparare il guasto prima di fondere il motore. E noi che facciamo? Svitiamo la lampadina! Ci prendiamo una medicina che “spegne” il dolore e non ci pensiamo più fino al prossimo “attacco”.
La malattia ci costringe a fermarci nelle nostre frenetiche attività giornaliere e dovremmo approfittare di questa pausa per osservare più da vicino la nostra vita e renderci conto che stiamo vivendo solo “in superficie”, solo al livello fisico e stiamo trascurando la visione più profonda della nostra esistenza: l’Unità “Spirituale” di cui siamo parte.
Oggi anche la scienza ci parla i questa “unità” di fondo. Pensiamo all’esperimento condotto dal fisico Alain Aspect nel 1982. Un esperimento importantissimo, forse il più importante del 20° secolo, con il quale lo scienziato dimostrò che due particelle subatomiche sono capaci di comunicare fra loro istantaneamente, indipendentemente dalla distanza che le separa. Un concetto difficile da assimilare ma il fisico inglese David Bohm lo spiegò con un’immagine molto chiara che ci permette di comprendere l’illusorietà della dualità e della separazione.
Immaginiamo di non essere in grado di guardare direttamente dentro un acquario in cui c’è un solo pesce e che l’informazione su ciò che accade dentro l’acquario ci venga fornita da due telecamere, una posizionata di fronte all’acquario e un’altra di lato. Abbiamo la possibilità di guardare su due schermi le immagini riprese da ognuna delle due telecamere, e saremmo perciò indotti a pensare che si tratti di due pesci differenti (ed è quello che succede a noi quando osserviamo la vita soltanto con gli “occhi” fisici, con gli occhi dell’ego). In effetti le angolazioni differenti con le quali il pesce viene inquadrato dalle due telecamere forniscono immagini diverse. Eppure se continuiamo a guardare i due pesci, ad un certo punto ci renderemo conto che esiste una certa relazione tra loro. Infatti, quando uno dei due si muove, pure l’altro effettua simultaneamente un movimento. Non sapendo che si tratta dello stesso pesce saremo quindi indotti a pensare che un pesce stia comunicando istantaneamente con l’altro.
Se a livello fisico i nostri sensi ci mostrano un mondo fatto di entità separate, a un livello di realtà più profondo (il livello di realtà spirituale) non ci sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso e unico “organismo”.
L'essere umano è come una nave che avanza nella nebbia e che arriva in porto grazie alla potenza dei suoi motori e guidata da segnali emessi dal suo radar. I motori rappresentano l'ego, la razionalità, la forza fisica, mentre il radar è la guida sicura della coscienza.
La grande potenza dei motori porta la nave attraverso il mare, ma la rotta è determinata dai segnali radar. L'energia dei segnali è debolissima (come quella della coscienza e della voce interiore), quasi trascurabile, talvolta (o spesso) inascoltata. Ma i suoi segnali sono ricchi di informazioni e indicano la direzione da seguire. Senza l'ascolto della guida (del radar) è facile andare contro uno scoglio o un iceberg. Da questa sordità “spirituale” nascono tutte le sofferenze umane individuali e collettive.
Il processo di guarigione si innesca quando ci rendiamo conto che non stiamo ascoltando le informazioni del nostro “radar”, della nostra coscienza, immersi come siamo nelle nebbie della fisicità che ci appare come unica realtà e incominciamo una trasformazione del nostro modo di vedere e di affrontare la vita. Questa è la vera guarigione.
Guarire non è altro che fare Luce, prendere coscienza di ciò che ci fa ammalare Per poterlo fare ci vuole onestà con se stessi, umiltà e capacità di guardare dentro di sé.
m.m.
Spunto di riflessione:
- Se il tuo corpo sta cercando di dirti qualcosa, ASCOLTALO! Sii consapevole delle cause del malessere che ti causa e trova delle valvole di sfogo: fai cose che ti piacciono, come ascoltare buona musica, fare yoga, praticare il training autogeno, uno sport (piscina, palestra, danza...), farsi fare dei massaggi, opure concedersi una bella vacanza…
- Prendi coscienza del significato profondo della malattia. Che cosa ti sta dicendo? A quale atteggiamento o sentimento negativo stai permettendo di controllare la tua vita?
- Siediti in un posto tranquillo, meglio se nella natura, e ricorda un momento bello che hai vissuto. (un bel paesaggio, un momento d’amore, un tramonto indimenticabile…) resta per qualche minuto con la sensazione di serenità che questo ricordo ti trasmette .
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