Il caso esiste?

In un mondo in cui le nostre azoni non sono altro che “re-azioni” ad eventi esterni, non abbiamo alcun potere di modificare a nostra vita perché tutto ci “accade”.

Per poter influenzare la nostra vita dobbiamo essere in grado di “agire” cioè essere padroni prima di tutto di noi stessi, mentre adesso emozioni e sentimenti ci trasportano ora qua ora là, a loro piacimento, e così in uno scatto di collera possiamo dire parole che rovinano una relazione a cui teniamo molto e possiamo addirittura arrivare ad uccidere … sentimenti di ostilità possono minare come un veleno sottile le relazioni familiari più intime e noi ci giustifichiamo ogni volta con noi stessi dicendoci che sono “più forti di noi!”

Apparentemente il caso sembra guidare e controllare le nostre vite.

Se domani per andare al lavoro cambi strada e passi davanti a una casa che il mese scorso non c’era, non ti verrebbe mai in mente di pensare che è nata “per caso”. Sai benissimo che ci deve essere stato prima un progetto nella mente di qualcuno che poi qualcun altro l’ha concretizzato costruendo materialmente la casa.  Dunque quella casa “concreta” non è altro che l’effetto di un progetto che non conosciamo, ma non per questo possiamo dire che sia effetto del “caso”. Quello che noi chiamiamo “caso” è  l’ “effetto” di una causa che ancora non conosciamo.

Il mondo del 4%, i nostro mondo, è un mondo regolato dalla legge di causa ed effetto. Agendo meccanicamente continuiamo a creare delle “cause” che immancabilmente poi genereranno degli “effetti” che noi continueremo ad attribuire ai capricci del “caso”, poiché,  avendole create inconsapevolmente, non ci rendiamo conto di essere gli autori di quello che ci accade e incolpiamo sempre il “caso” o la vita, o la sfortuna oppure un dio o comunque qualcuno fuori di noi, delle nostre disgrazie. 

m.m.

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