Comunicare con il Cosmo

Non siamo solo il corpo... ciò che ci anima, che ci fa vivere e agire nel mondo dell'illusione che crediamo sia l'unica e vera "realtà", è un’entità, una forza, un'energia che pervade tutto l'universo e che non conosciamo, ma che possiamo percepire come nostra Essenza, cioè la parte più profonda di noi, quella che “non muore”. Noi saremmo solo delle sue proiezioni, che  vivono esperienze nel mondo dell’elettromagnetismo. In pratica quell'io con cui ci identifichiamo, quell'io che ha fretta, che corre, che si preoccupa, che lavora, che si ammala, che nasce e che muore... non sarebbe altro che un apparato  psicofisico ricetrasmittente, capace di interagire con il mondo elettromagnetico, dello spazio-tempo, il mondo del 4% in cui viviamo in varie situazioni spaziotemporali che si avvicendano lungo l’asse del tempo - secondo la nostra visione parziale -  come varie epoche che si susseguono.

L’Essenza è però al di fuori del tempo; pertanto la reincarnazione, così come viene generalmente concepita, non esiste.  Esistono solo manifestazioni parallele, che rendono possibile trasformare sia il futuro che il passato attraverso la comprensione del presente.

Il nostro ego invece percepisce solo la dimensione dello spaziotempo, la dimensione elettromagnetica,  in cui esiste la divisione, la separazione, il passato, il presente e il futuro, in cui avviene la nascita e la morte. Ed è facendo leva sull’ego e sul suo limitato punto di vista, che determina le sue azioni, i suoi sentimenti, le sue paure, i suoi pregiudizi, ecc., che il potere - qualunque tipo di potere -  può condizionarci e manipolarci.

Ma chi è questa misteriosa “Essenza” con cui abbiamo perso la possibilità di comunicare nel momento in cui ci siamo identificati con l’apparato psicofisico che chiamiamo “io”?  E soprattutto come possiamo ripristinare un collegamento consapevole?

 

Oggi sappiamo di possedere delle microantenne: gli amminoacidi che sono direttamente collegate con il nostro DNA il quale possiede anche 64 codici genetici che sono praticamente anch’essi delle antenne particolari,  in grado di ricetrasmettere frequenze più elevate, ma la scienza ci dice che di queste 64 antenne sono attive solo 20.

 In che modo si attivano queste antenne? Secondo l’Istituto di HeartMath queste antenne si attivano e disattivano in base alle frequenze filtrate continuamente dal DNA.

- Che cosa può modificare queste frequenze?

Le nostre emozioni!

Dunque il linguaggio per comunicare con la nostra Essenza  è il linguaggio delle emozioni.

Emozioni negative come paura, depressione, invidia, ecc. generano una lunghezza d’onda lenta e lunga che attiva alcune di queste antenne, mentre emozioni positive quali  la comprensione, la compassione, la gioia, l’allegria, generano una lunghezza d’onda veloce e corta e attivano le “antenne” che ci sintonizzano con il mondo spirituale, il  mondo dell'Essenza che ci anima.

Se vogliamo ricetrasmettere i messaggi e i suggerimenti da e al piano spirituale, cioè al piano della nostra Essenza, dobbiamo elevare la nostra frequenza generando lunghezze d’onda più elevate, caratteristiche della dimensione dell’amore. Non l’amore come lo concepisce il nostro ego: l’amore che attiva le nostre “antenne” non si dà, né si riceve perché è uno stato di essere.

Le emozioni negative sono emozioni suscitate dalla credenza della separazione, dall’identificazione con l’ego, dal credere di essere quell’io che nasce e muore …  Al contrario, quando ci si identifica con la propria Essenza, cioè quando si comprende di “essere” l’Essenza che ci anima e che il nostro “io” altro non è che uno strumento che ci permette di interagire con il mondo dello spaziotempo in cui stiamo vivendo la nostra attuale esistenza fisica, allora si entra nella dimensione spirituale in cui i l'amore non è un  accadimento temporaneo ma  uno "status", una condizione perenne di amorevolezza, comprensione, gioia, serenità....

Come interagisce la nostra Essenza, con il mondo che ci circonda?

E’ molto interessante  un esperimento condotto dai fisici russi Garajev e Poponin, detto l’esperimento del DNA fantasma. L’esperimento consisteva in questo: Si aspirava tutta l’aria da un tubo di vetro in modo da creare un vuoto. Tuttavia qualcosa rimaneva sempre: la luce, cioè i fotoni, che Poponin misurò per vedere come si posizionavano. Fin qui nulla di eccezionale in quanto i fotoni si posizionavano a caso come era prevedibile.

 La seconda parte dell’esperimento è più interessante. Nel tubo venne immesso del DNA umano e quando si misurò nuovamente la posizione dei fotoni, i ricercatori videro che il DNA umano aveva influenzato la posizione dei fotoni. Questo significava che il DNA ha un effetto diretto sulla materia di cui è fatto il nostro mondo. E questo coincide con quanto le tradizioni spirituali antiche ci hanno tramandato: c’è qualcosa in noi che - anche a nostra insaputa -  influisce sul mondo che ci circonda. Oggi questi antichi insegnamenti stanno ricevendo una conferma scientifica.

Ma la parte più interessante di questo esperimento è l’ultima nella quale i ricercatori tolsero il DNA dal tubo, aspettandosi che le particelle ritornassero nella situazione in cui si trovavano prima dell’esperimento, cioè distribuite a caso nel tubo. Ma non fu così. Pur non essendoci più il DNA nel tubo, i fotoni erano invece rimasti allineati come se il DNA fosse ancora presente. 

Perché I fotoni rimasero allineati come se il DNA fosse ancora presente? La fisica non sa ancora spiegarlo. La cosa importante di questo esperimento è che ci dimostra che il nostro DNA comunica con la materia di cui è fatto il nostro mondo elettromagnetico  (pacchetti di energia, fotoni). 

m.m.

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