La scala di Luce

In molte tradizioni antiche si parla di una scala che collega la terra al cielo, il mondo degli umani al mondo degli dei. Nei racconti degli sciamani amazzonici, come nella Bibbia e in altre tradizioni  si parla di una scala o di un serpente alato,o di due serpenti attorcigliati, o  di un drago” (che in effetti è un serpente con le ali) che collegano la terra al cielo...

Oggi possiamo dare un contenuto scientifico a quelle che finora sembravano solo leggende. Oggi infatti sappiamo che il DNA umano ricorda la forma di una scala o di due serpenti attorcigliati..  La leggendaria scala rappresenterebbe dunque il nostro DNA che funziona da antenna ricetrasmittente.

Se si estende il DNA contenuto nel nucleo di una cellula umana si ottiene un sottilissimo filamento largo quanto  dieci atomi e lungo quasi due metri. Ora, sapendo che l’essere umano medio è costituito da centomila miliardi di cellule,  si può facilmente dedurre che ognuno di noi ha  un’antenna di 125 miliardi di chilometri di DNA.  Ma sappiamo anche che tutte le cellule vegetali, animali o batteriche presenti sul nostro pianeta,  contengono tutte DNA…. di conseguenza è facile comprendere come possiamo effettivamente intercomunicare con tutto e con tutti, influenzare (ma anche essere influenzati) da tutto e da tutti, perché possiamo trasmettere, ma anche ricevere.

Ma che cosa riceviamo e soprattutto, che cosa trasmettiamo?

La Bibbia narra che Giacobbe fece un sogno: sognò una scala che da terra arrivava al cielo e gli angeli salivano e scendevano per la scala. Evidentemente questo racconto è simbolico. Che cosa ci dice? Che se ci vogliamo collegare con il “cielo” bisogna salire una lunga scala, una scala di luce (la luce della coscienza),  cioè che è necessario fare dei passi (ahimé in salita!) che ci condurranno di luce in luce, attraverso livelli di consapevolezza sempre maggiori,  fino  al “Regno dei cieli”.

Ma dove sta questo fantomatico “regno”?

Il Regno dei Cieli

La risposta la troviamo nel Vangelo dove le verità sono esposte in modo vela-to, esoterico o, come dice San Paolo, “spirituale”, che solo chi cerca since-ramente la Verità  riesce a comprendere.

«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17,21)

Come è mai possibile che sia in mezzo a noi e noi non ce ne accorgiamo?

Perché il Regno di Dio è uno status, un modo di essere che possiamo esperimentare solo nelle relazioni che abbiamo con gli altri. Sono le relazioni con gli altri che ce lo rivelano, o meglio ci aiutano a salire  un  “gradino” di quella scala. I gradini sono le nostre difficoltà quotidiane, i nostri problemi, i nostri “nodi” che siamo chiamati a superare se vogliamo elevarci e, da automi inconsapevoli, trasformarci in esseri liberi e coscienti quali  già siamo in potenza. 

Soltanto attraverso le relazioni che abbiamo con gli altri possiamo conoscere noi stessi! Puoi conoscere quanto le tue reazioni siano meccaniche solo quando si manifestano e si manifestano appunto nelle relazioni interpersonali. Certo che se vivi sulla cima di una montagna in totale isolamento non potrai mai renderti conto  della tua tracotanza, o della tua superbia, o della tua autosvalutazione. Come potrai mai confrontarti con la paura dell’abbandono se nessuno ti abbandona? O renderti conto della tua incapacità di dare o di ricevere, se non c’è nessuno a cui dare o da cui ricevere? Come potresti renderti conto dei meccanismi automatici che ti fanno reagire alle varie situazioni meccanicamente, in base ai contenuti inconsci inconsapevoli che non ti permettono di essere padrone di te stesso?

I gradini ...

Simbolicamente i gradini da salire su quella scala sono 72 e rappresentano altrettanti passi che dobbiamo fare per liberarci progressivamente dalla schiavitù dell’inganno dei sensi in cui siamo tenuti dal potere dell’ego, per raggiungere il piano della libertà, il piano della spiritualità, il piano dell’Essenza che ci anima, insomma per raggiungere quel “Regno di Dio” che – come ci dicono le Scritture - è già in mezzo a noi.  Perché 72?

Il numero 72 è un numero molto particolare. E’ formato da 7 + 2. Il  numero sette esprime la globalità  l'universalità, l'equilibrio perfetto e rappresenta anche il perfezionamento della natura umana. E’ il  numero della piramide - che è formata dal triangolo (3) su un quadrato (4) -  ed è quindi considerato il punto d’incontro tra umano e divino, tra il mondo materiale e il mondo spirituale.

Il numero due deriva dalla divisione dell’unità ed è simbolo della separazione, e della dualità, del principio materiale separato dal principio spirituale. Il numero due è anche simbolo degli opposti: maschile/femminile, giorno/notte, terra/cielo, … e quindi della dualità. E’ collegato alla Terra e anticamente era considerato un attributo della Grande Madre Terra. 

Quindi il 72 simboleggia il perfezionamento della natura umana che, dal mondo terreno della dualità  (2) si eleva al mondo dell’Universalità, dell’Unità globale (7) . In pratica il 72 riassume in sé il percorso che si sforza di compiere chi si sta svegliando dall’ipnotica realtà del mondo dell’illusione per incamminarsi verso quella che David Bohm chiama l’indivisa interezza. Inoltre  il 72 è composto da 7 + 2 = 9. Il numero nove è il numero della generazione e della reincarnazione: non è un caso se la gestazione dura nove mesi. Inoltre, secondo Pitagora, il nove è l'ultimo numero delle cifre essenziali che rappresentano il cammino evolutivo dell'uomo. E' in quanto tale è  il simbolo della realizzazione.

Non per nulla una pratica religiosa della religione ebraica molto nota è quella dei 72 Nomi di Dio. Tale pratica è intesa ad aiutare i “fedeli” a superare le difficoltà che  incontrano quotidianamente affidandosi alla forza soprannaturale di alcuni potenti simboli: i 72 Nomi di Dio per l’appunto.

 Ma, come abbiamo visto (vedi pagina precedente "creatori") , in quanto esseri umani, abbiamo la possibilità di autosvilupparci, agendo con determinazione e consapevolezza su noi stessi. Potremo così scoprire da soli  la “potenza” che è già dentro di noi e che dobbiamo solo attivare risvegliando la nostra coscienza. 

I Tarocchi ...

Secondo la simbologia dei tarocchi esoterici è necessario passare attraverso l’impotenza dell’Appeso e poi, con un’azione consapevole e intensa su sé stessi (il Bagatto), iniziare un nuovo “ciclo” evolutivo caratterizzato dalla carta dell’Imperatore che regna sovrano sulla propria vita. 

m.m.

(prossimo articolo: "La Spiritualità è laica")

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