1. Conoscere lo Sconosciuto

 “Un giorno un uomo cadde in un dirupo. Mentre stava cadendo però riuscì ad aggrapparsi al ramo di un arbusto, che cresceva sul crepaccio della roccia. Appeso in mezzo al dirupo si rese conto di quanto la sua situazione fosse disperata: impossibile risalire in cima e in basso c’erano solo rocce. Le mani con cui si aggrappava al ramo diventavano sempre più deboli. L’uomo pensò: “Ora soltanto Dio può salvarmi. Non ho mai creduto in Lui ma forse sbagliavo. Che ci perdo nella situazione in cui mi trovo se ora credo in Lui?”  E cominciò a invocare Dio con tutta la sincerità del suo cuore: “Dio, se esisti, salvami!” Non ho mai creduto in Te, ma se mi salvi da ora in poi crederò in Te per sempre.” Ripeté questa preghiera più volte. Improvvisamente venne un voce dal cielo: “Tu crederai? No! Conosco la gente come te”. L’uomo fu così sorpreso e impaurito che per poco non lasciò andare il ramo. Ma non appena ritornò in se pregò con più fervore: “Ti prego Dio! Da ora in poi ti sarò fedele e farò tutto quello che vorrai, ma ora salvami!” Ma Dio non era d’accordo e l’uomo incominciò a pregare per persuadere Dio con più forza e più passione. Infine Dio ebbe pietà di lui e gli disse. “Va bene, Ti salverò. Lascia andare il ramo” “Che cosa?” Lasciare il ramo?” esclamò l’uomo. “Non sono mica matto!” Così accade nella vita. La vita umana è sostanzialmente appesa su un precipizio e anche se comprendiamo la caducità della nostra posizione continuiamo ad aggrapparci con tutte e due le mani ai rami del dubbio della nostra natura Animale, per paura di perderla e di arrenderci alla volontà di Dio.

- Che cosa trattiene le persone lontano dalla conoscenza?

Soprattutto la paura che deriva dalla natura Animale, la paura dello sconosciuto eccita maggiormente l’immaginazione. Ma questa paura esiste soltanto finché lo sconosciuto non diventa conosciuto.  Per conoscere lo sconosciuto,  è necessario avere interesse a farlo, bisogna espandere  l’ambito del proprio pensiero. Altrimenti, come può una persona vedere qualcosa di nuovo se i suoi pensieri si limitano esclusivamente a ciò che gli è familiare – luoghi e persone -  che non sono altro che strutture che la imprigionano,  impedendo all’informazione di passare? Anche una mentalità ristretta  e la mancanza di una comprensione profonda del mondo, fanno insorgere nell’essere umano (attraverso la natura Animale) la paura di toccare l’Eterno e di perdere il transitorio che ora possiede, e questo è il ramo a cui l’uomo della parabola di cui ho parlato prima, è aggrappato.

- Intende dire che per sapere qualcosa si deve almeno tentare di incominciare a conoscerla?

Sì, non è strano che gli antichi saggi dicessero che per conoscere il mondo bisogna prima conoscere sé stessi.  E per conoscere sé stessi è necessario uscire dagli usuali modelli di percezione. Dopotutto, il nostro mondo interiore è molto più grande e più interessante di quanto siamo abituati a pensare. Non è possibile conoscere con la percezione usuale la bellezza, la portata e la profondità della sua bellezza. Immergendosi nelle profondità dello sconosciuto, per esempio per mezzo delle tecniche di meditazione, si può vedere e sentire ciò che  è sempre stato con noi e che ci dà una completa comprensione del mondo. I sentimenti più profondi (o il cosiddetto sesto senso, il senso dell’intuizione che può essere sviluppato tramite alcune pratiche meditative e spirituali)  ci permettono di percepire  più informazione di quanta ne possiamo percepire attraverso la coscienza limitata dalla logica. Essi anticipano una situazione, e ne danno un’estesa conoscenza dalla prospettiva dell’Osservatore della natura Spirituale.

Dopotutto, il mondo reale, e non lo spettro ristretto che possiamo vedere con i nostri occhi, ha così tante sfaccettature e varietà che è irragionevole studiarlo soltanto dal punto di vista dello spazio tridimensionale. La struttura pluridimensionale dell’essere umano permette a  chi osserva a partire dalla natura Spirituale, di lavorare in vari stati di coscienza alterati ed essere in più luoghi contemporaneamente. Questo a sua volta rende possibile essere in vari stati alternativi, in varie dimensioni, ovvero di “vedere” o avere molte opzioni e realtà differenti. Nell’essere umano, questa molteplicità di “non-realtà” potenziali non si manifesta finché non fa una certa scelta. E in questo caso manifesta solo una delle molte realtà inter-relazionate, con le quali il meditante entra in risonanza poiché  nella meditazione un persona, con la sua scelta, sta già apportando cambiamenti a una determina realtà. La meditazione è come la vita in cui la scelta personale crea un futuro o un altro.

In questo non c’è nulla di sorprendente. Sono semplicemente leggi fisiche diverse che non sono ancora state studiate. Tuttavia è già in corso una ricerca in questo senso.  Comprendere o risolvere alcuni problemi scientifici ne genera altri. Per esempio le risposte trovate dalla fisica quantica sollevano problemi in biochimica, biofisica e così via, attraverso una complessa catena di interconnessioni e interdipendenze di questo complesso mondo. Come si sa, il macrocosmo è un riflesso del microcosmo;  per comprendere la struttura, il  lavoro  ben coordinato e le possibilità di un macro-oggetto, dovete incominciare a studiare e comprendere il suo microcosmo.

RIGDEN

(dal libro "AllatRa" di Anastasia Novykh)