La vera Fede

 

- Cos'è, secondo lei, la vera fede, il sentiero verso Dio?

La vera fede è la Conoscenza. Certamente, di sentieri verso Dio ce ne sono tanti; ma è possibile arrivarci per retrovie, perdendosi numerose volte oppure arrivarci direttamente. Il sentiero diretto verso Dio è  il sentiero che passa attraverso la Conoscenza e l'Amore.

- E  come si esprime questa Conoscenza?

Si esprime  attraverso  una poliedrica comprensione del mondo in tutti i suoi diversi aspetti: dalla micro-vita alla macro-esistenza dei sistemi cosmici; attraverso la conoscenza di sè stessi come  struttura sia biologica che spirituale e, di conseguenza, dell'essenza delle cose che ci circondano. Certamente, conoscere tutto è impossibile, ma bisognerebbe desiderarlo.

L'essere umano dovrebbe accrescere costantemente le proprie conoscenze e svilupparsi intellettualmente, poiché il sentiero più prezioso è quello della conoscenza di Dio attraverso la mente, quando la vera conoscenza, superando il principio animale, apre le porte dell’inconscio con l'aiuto della chiave dell'Amore. Questa è una  verità eterna ed incrollabile che è sempre esistita in tutte le civiltà umane altamente sviluppate che siano mai esistite sulla Terra.

In linea di massima, ciò significa la maturazione completa dell'anima umana, la vittoria totale sulla propria essenza materiale, la santità che conduce al paradiso dopo la morte e che  nel Cristianesimo e nell'Islam si chiama illuminazione, nel Buddismo si chiama risveglio, raggiungimento del Nirvana e uscita dalla catena delle reincarnazioni e così via. Ma in realtà tutto è molto più semplice.

Cercherò di spiegarvelo in linee generali. In modo figurato, la cosa si presenta così: noi riteniamo di essere quella mente che vede, sente, pensa ed analizza,  ma di fatto questa è soltanto una piccola parte circoscritta della mente. Chiamiamola un Qualcosa. Questo piccolo Qualcosa galleggia sulla superficie dell'oceano. L'oceano è il nostro subconscio dove, a profondità differenti, viene custodita tutta la nostra memoria genetica, i riflessi condizionati ed incondizionati, cioè tutta la nostra esperienza “accumulata”.  Tutto ciò riguarda la nostra essenza materiale, la nostra natura animale.

Sotto l’inconscio  in fondo all'oceano c’è una specie di “portale”, ed infine, dietro al “portale” si trova l'anima, una particella di Dio, il nostro principio spirituale. E' ciò che noi siamo in realtà e che molto raramente sentiamo dentro di noi. L'anima si rigenera nel corso delle successive reincarnazioni e matura gradualmente attraverso la conoscenza e l'Amore a partire da quel  nostro Qualcosa mortale,  finché questo Qualcosa è collegato all'anima.

Il problema sta nel fatto che questo Qualcosa è anche collegato all'oceano. Inoltre, esso, esternamente, è più esposto all'influenza dell'oceano. Viene continuamente scaraventato da una parte all'altra dalle onde, rappresentate dai vari pensieri, emozioni, desideri e così via. Talvolta è talmente sopraffatto da loro che perde il collegamento con l'anima e poi, dopo la tempesta, cerca nuovamente di afferrarla. Quando, invece, questo Qualcosa si consolida nella sua aspirazione verso l'anima, non prestando più alcuna attenzione alle furie dell'oceano, e  si dirige, attraverso la massa delle acque, al fondale più profondo, rinunciando alla paura, alla fine raggiunge quel “portale.  Con l'aiuto della Chiave dell’Amore lo apre, e si  congiunge con l'anima.

Solo allora l'uomo capisce chi è in realtà e prende piena consapevolezza della Libertà, dell'Eternità e di Dio. Solo allora l'anima si libera e  va nel Nirvana,  in  Paradiso, o comunque vogliate chiamarlo, cioè il mondo in cui regna soltanto l'Amore.

- Quindi questo Qualcosa, cioè la nostra mente, determina la sorte dell'anima?

E' assolutamente così. Tutto dipende dalla nostra scelta e dalle nostre aspirazioni.''

(Sensei di Shambala - 1° Libro - di Anastasia Novykh)