3. Fare miracoli

Etimologicamente la parola “miracolo” deriva dal latino “mirari” meravigliarsi. Il miracolo è dunque qualcosa che non ci aspettiamo o che non crediamo di essere in grado di compiere e per la quale ci meravigliamo.

La sfiducia, il dubbio, la disistima di sé appartengono all’ego, perché l’ego sa di non essere in grado di compiere nessuna durevole trasformazione e, di fronte a qualunque problema, continua a re-agire secondo schemi meccanici automatici inconsci. La capacità di agire liberi dalle convinzioni inconsapevoli, radicate nel nostro inconscio, che ostacolano la nostra libertà, possiamo acquisirla solo se ci liberiamo dal potere dell’ego.

 In che modo?

Con il distacco da ciò che crediamo di essere: deboli esseri, incapaci di liberarsi dalle re-azioni che fanno di noi dei robot e schiavi delle emozioni negative che ci tengono attaccati e dipendenti dall’ego e ci spingono a re-agire secondo antichi e ripetitivi comportamenti reattivi.

Il vero grande miracolo che possiamo operare su noi stessi consiste nel  prendere coscienza delle nostre convinzioni inconsce e riprenderci il potere che abbiamo di trasformare il nostro modo di relazionarci con la vita. Questo è il cambiamento miracoloso che innescherà a cascata qualunque altro cambiamento vogliamo apportare nella nostra esistenza.

Siamo solo noi i responsabili di noi stessi e di quanto ci accade.

Come apportare questo cambiamento? Attraverso un’auto-osservazione continua, in modo da renderci conto dell’origine dei nostri pensieri e delle nostre azioni, perché sono i nostri pensieri che creano la nostra realtà. La realtà che stiamo vivendo oggi è l’effetto che abbiamo innescato noi stessi in passato e la realtà di domani sarà quella che stiamo creando oggi.

Vogliamo crearla inconsapevolmente come abbiamo fatto finora, oppure,  acquisendo sempre più coscienza di noi stessi, mettere le basi oggi per una vita più felice domani?

m.m.

Spunto di riflessione:

- Apri il tuo diario in modo da avere davanti a te due pagine vuote. Nella pagina di sinistra scrivi: Come credo di essere (l’immagine che ho di me). Nella pagina di destra scrivi: “Come mi sento di essere (come sono in realtà dentro di me)”
- Le due immagini corrispondono?
- In che cosa non corrispondono?

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Un ... sotterfugio molto efficace

Il vaso della felicità

Un vaso di solito si adopera per conservare dei fiori. Il vaso della felicità vi permetterà di conservare i fiori che avrete colto giorno per giorno nella vostra vita.

Il Vaso della Felicità è la cosa più semplice che ci sia. Prendete un vaso (o una scatola, o un contenitore qualsiasi) e ogni giorno, alla fine della giornata, scrivete su un foglietto  il momento più felice del giorno.

Fate questo anche nelle giornate brutte, perché anche in quelle giornate c’è un momento più bello (o almeno un momento che è il meno peggio). Annotatelo e poi mettete il foglietto nel vaso.

Nelle brutte giornate, andate a pescare in quel vaso. Prendete qualche foglietto e vedrete il miracolo! Ritorneranno alla memoria dei momenti di felicità che avreste probabilmente dimenticato se non li aveste documentati.

E’ un vaso molto prezioso perché contiene la parte più significativa della vostra vita.

Elisabeth Gilbert che ha condiviso su Facebook questo esercizio, così lo commenta:

“Nel corso degli anni il mio Vaso della Felicità mi ha insegnato molto. Ciò che mi stupisce continuamente è quello che scivola sulla carta ogni giorno. Non eventi sbalorditivi, non grandi acquisizioni: normalmente solo cose piccole e minuscole, un momento di consapevolezza… quel momento in cui esci e tra la casa e la macchina vieni colpito in testa da un raggio di sole e all’improvviso ti senti inondato di gratitudine semplicemente per il fatto di essere vivo e pensi: “Sì, è così”.

E’ solitamente qualcosa di piccolo, e qualcosa di grande.

Se la mia casa andasse a fuoco, questo sarebbe l’unico oggetto materiale che prenderei prima di correre fuori dalla porta… perché cosa c’è dentro questo vaso? ECCO COSA: il punto centrale di questa vita.

So che molti di voi hanno iniziato anch’essi questa pratica, e mi piacerebbe vedere la foto del vostro vaso e sentire come lo avete adattato alla vostra vita. Mi piace la donna che ne ha messo uno in mezzo al tavolo del soggiorno e ogni giorno lei e i suoi bambini ci mettono qualcosa: che fantastica pratica familiare!

E la donna che la scorsa settimana mi ha scritto che aveva avuto l’anno più duro della sua vita, ma aveva continuato a portare avanti la pratica del Vaso della Felicità e oggi, prenderà ogni pezzettino di carta del vaso per ricordare che persino adesso, nei momenti più duri, c’è sempre stato un buon mo mento, ogni giorno.

Quindi se qualcuno vuole iniziare questa pratica domani... fra un giorno, una settimana, un mese e un anno... è sempre un buon momento per incominciare!”

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